Cantonata

can-to-nà-ta

Significato Angolo di un edificio all’angolo fra due strade; sbaglio, equivoco

Etimologia da cantone, che è da canto ‘lato, parte’, che deriva dal latino canthus ‘cerchione’.

  • «Eh, mi sono fidato e ho preso una cantonata.»

Per parlare della cantonata senza prendere cantonate è importante partire dal cantone e quindi dal canto — ma attenzione, questo non s’intona.
Il latino canthus è una parola non meno che misteriosa. Ci si presenta per iscritto nella tarda antichità significando il cerchione della ruota del carro (curiosa premonizione della cantonata), ma doveva avere, in precedenza — lungo un reticolo di prestiti in cui non si discerne quale lingua ha preso che cosa da quale altra — un significato più ampio di ‘bordo, margine’. Echeggia nel kanthós greco, che è l’angolo dell’occhio, e in diverse lingue di ascendenza celtica col significato di ‘cerchio’; evolve in italiano come lato, parte, banda — consideriamo il canto del fuoco, il d’altro canto, e ovviamente l’accanto.

Il cantone prende un respiro angolare, araldico, urbanistico, geografico. Posso parlare di ciò che è rappresentato nei cantoni di uno stemma, dei Cantoni svizzeri, e — per quel che più ci interessa ora — dei cantoni delle strade, angoli fra due vie (peraltro anche detti semplicemente ‘canti’ o appunto ‘cantonate’).
Ora, nelle nostre città medievali il reticolo delle strade si dipanava con una granularità maggiore e meno istituzionale: spesso anche canti e cantoni e cantonate avevano nomi, e anzi ce li portiamo ancora dietro — a Firenze ne abbiamo un visibilio, dal Canto alla Briga al Canto dei Fiascai, dal Canto alla Paglia al Canto Rivolto.

Proprio quest’ultimo canto, che è piuttosto stretto, porta ancora i segni di non pochi urti.
Ci succede anche oggi in auto: si prendono male le misure, si stringe troppo la curva e si urta con la ruota contro il marciapiede (nel migliore dei casi). Con i carri, in angiporti con svolte anguste, figuriamoci quanto spesso doveva accadere: è facile prendere letteralmente una cantonata.

Anche per evitarle sono stati sviluppati paracarri di ogni genere — oggi li immaginiamo solo come coni arancioni catarifrangenti, ma sono paracarri anche i pietroni posti proprio alle cantonate degli edifici per proteggerne gli angoli. In ogni caso, con l’evoluzione della viabilità la cantonata ha perso concretezza, e però è rimasta in figura, specie da prendere. Prendere una cantonata è prendere un abbaglio, cadere in un grosso equivoco, sbagliare in maniera marchiana.

Ho ordinato online una cassa di champagne blasonati a un prezzo imbattibile, e il sito del venditore il giorno dopo non c’era più: ho preso una cantonata; che cantonata, dovevo parlare con loro e pensavo che alla festa ci fossero, invece erano andati via nel pomeriggio; ero sicuro di piacerle, e invece temo di aver preso una cantonata.

Una parola meravigliosa, vissuta come sono state vissute le nostre città — che in una svista eterna rimette insieme i canti del cerchione della ruota e dell’angolo della via.

Parola pubblicata il 24 Dicembre 2025 • di Giorgio Moretti