Capannello
ca-pan-nèl-lo
Significato Diminutivo di ‘capanno’; gruppo occasionale di persone riunito in strada, specie per discutere o commentare qualcosa; cono di vimini o paglia usato per proteggere dal freddo colture o nidiate; catasta di legna su cui venivano bruciate le persone condannate al rogo
Etimologia diminutivo di capanno, da capanna che è dal latino tardo e di etimo incerto.
- «A vedere il capannello sul pianerottolo mi sono subito preoccupato!»
Parola pubblicata il 17 Luglio 2025
Una parola deliziosa, che ci permette di sbirciare ancora una volta quello sguardo poetico che dà al mondo le sue forme attraverso la lingua.
Camminiamo per strada, notiamo un capannello di gente alla soglia del negozio e naturalmente ci fermiamo a nostra volta per vedere che succede; in attesa che aprano i cancelli le persone si radunano a chiacchierare in capannelli sempre più folti e numerosi; e dopo l’annuncio politico nella piazza del paese si raduna un capannello che chiede, discute, telefona, cerca di capire.
Gruppo di persone, quindi, che in particolare si aduna per parlare e commentare qualche avvenimento; e però è chiaro che siamo davanti a un diminutivo di ‘capanno’, piccolo ricovero per usi agricoli, venatori e simili. Com’è che questo genere di baracca diventa il gruppo di persone che ciangottano o inquisiscono?
Ora, chiariamo subito che ‘capanna’, ‘capanno’ e ‘capannello’ sono parole che hanno una storia lunga, e che da parole umili si sono attagliate a una quantità sterminata di costruzioni e oggetti. Ad esempio, fino a non molti decenni fa, il primo capannello era uno speciale riparo conico di vimini, mobile, per coprire e proteggere certe colture delicate da climi rigidi, o perfino le nidiate di pulcini. Ma, tornando fortunatamente un po’ più indietro nel tempo, il capannello era anche la catasta di legna ammassata per bruciare una persona sul rogo.
Quest’ultima immagine truce, in particolare, ci aiuta a mettere in fila i pezzi di un’idea poetica.
Nel mondo i materiali sono sparsi in ordine naturale. Ma l’essere umano, per i più disparati motivi, esercita una raccolta, un’organizzazione e una concentrazione indefessa di questi materiali. Insomma, abbiamo modi molto sofisticati di ammassare, e la più semplice capanna è poco più di un ammasso di frasche, i capannelli di paglia o di vimini spiccano nel campo come mucchi, mucchi quelli di legna e sarmenti allo stollo del rogo, e anche la gente, che di solito affaccendata scorre sciolta e disgregata, si ammucchia, si mette insieme, si fa capannuccia, capannello. E si fa capannello intrecciata a fascine dalla necessità di commentare, di confrontarsi, di discutere, di partecipare. Curiosamente non è un significato meno antico degli altri.
Così — oggi che in effetti abbiamo perso il contatto anche con la maggior parte di capanne e capanni e capannelli della tradizione — ci resta della parola una parte duratura, che si attaglia a fenomeni umani che ancora riconosciamo comunemente. Una parte estremamente delicata, graziosa, anche in virtù di un diminutivo lene. Dopotutto, in alternativa abbiamo crocchi gruppi e assembramenti: non proprio svolazzi di seta.