Ineluttabile
i-ne-lut-tà-bi-le
Significato Che non può essere contrastato, evitato
Etimologia voce dotta recuperata dal latino ineluctabilis, derivato (con prefisso negativo in-) di eluctabilis ‘superabile’, da eluctari ‘lottare per sottrarsi’, derivato di luctari ‘lottare’, con prefisso e- ‘da’.
- «La mia vittoria è ineluttabile.»
Parola pubblicata il 10 Dicembre 2025 • di Giorgio Moretti
A voler proprio essere pignoli c’è una sbavatura sensibile, nell’ineluttabile. Certo è un attributo che si presenta in maniera fascinosa e carismatica: ingombrante, ricercato, un pochino pretenzioso, anzi con un tono non meno che fatale. Parla in effetti di un destino, che in quanto tale non può essere contrastato. Però non gli manchiamo di rispetto se notiamo che scivola.
Guardandolo bene, l’ineluttabile, capiamo facilmente che parla di lotta. L’eluctabilis latino ci offre il bellissimo concetto di un ‘superabile lottando’ — luctari, come s’immagina, è ‘lottare, combattere’, mentre al prefisso e- è qui demandato di indicarci un fuori, la via per uscirne. L’eluctabilis ammette di potersi fare strada a pugni. L’ineluctabilis, e quindi l’ineluttabile, entrano in gioco quando no, non si può fare, anche lottando non se ne cavano le gambe. Roba seria, non di rado funesta.
C’è però una certa differenza — ecco la scivolata — fra un ‘invincibile’ e un ‘inevitabile’: come c’insegnano già le fiabe, i truci propositi di tanti orchi non possono essere vinti con la forza — ma con l’astuzia sì. E invece l’ineluttabile, così maestoso, ha sbracato sull’inevitabile, nella generica dimensione dell’incontrastabile. Diventa complessivamente necessario, fatale, e il primo riferimento al superar lottando diventa solo una delle modalità fallimentari schierate contro l’ineluttabile. La lessicografia stessa, qui, è ineluttabile: l’ineluttabile è anche, ampiamente, l’inevitabile. La lotta sarà intesa in senso lato come sforzo, anche astuto.
Così posso parlare di come dopo lunghe chiacchiere si sia arrivati all’ineluttabile domanda — tutti l’attendevano; posso parlare di come la forza ineluttabile della pigrizia possa anche aguzzare l’ingegno; posso raccontare come ormai ineluttabile una transizione politica in un certo Paese. E naturalmente, ci attende l’ineluttabile.
Attinge a quel fascino specifico che hanno le parole della necessità; in un mondo vasto, caotico e imprevedibile, oltre che contingente, ciò che si staglia in una determinazione che non poteva essere in alcun modo elusa o vinta — che non poteva essere diversa — ha uno status molto speciale. Logica e destino s’intrecciano in una narrazione fatidica: l’ineluttabile è scritto. Non puoi lottare in alcun modo per sottrarti al prescritto, che nella ricchezza della vita non è poi molto, ma si fa notare.