Scolta

scól-ta

Significato Sentinella, guardia

Etimologia dal latino medievale sculca ‘guardia, posto di vedetta’, dalla voce gotica ricostruita come skulka ‘spia, pattuglia di esplorazione’, dall’ipotetico skulkan ‘spiare’, forse con attrazione di ascoltare.

  • «C'è un cane di scolta, ma pare molto affabile.»

Il problema, più pertinente di quanto il gioco di parole non faccia pensare, è se si possa avere una scolta di scorta. Non c’è motivo per escluderlo.

Quello della scorta è un ruolo di accompagnamento e protezione che richiede una certa accortezza, una certa vigilanza — e difatti il suo nome è la sostantivazione dello ‘scorto’ nel senso di ‘avveduto, prudente’, derivato del ben noto verbo ‘scorgere’. La scolta ha un’altra storia.

È essenzialmente la sentinella, la guardia, e ha un’ascendenza germanica. In particolare il latino tardo sculca, da cui deriva, ha il significato di ‘vedetta, postazione di vedetta’ e scaturisce dalla voce gotica ricostruita come skulka ‘spia, esploratore’.
Quando parliamo di parole gotiche, ricordiamolo, parliamo di una fase relativamente precisa della gestazione dell’italiano, nella tarda antichità: nel VI secolo il dominio gotico in Italia viene sradicato, senza che sia avvenuta una compenetrazione profonda con la popolazione latina. E viene sradicato attraverso una delle esperienze belliche più devastanti che la Penisola abbia conosciuto in quel periodo, la Guerra greco-gotica, che insieme agli accidenti naturali lasciò l’Italia spopolata e impoverita.
In quel periodo di guerra fra Goti e Greci (o meglio, Romani d’Oriente), il nome della scolta quale punto di vedetta, di guardia, non ha solo corso nel conflitto: si è fissato nell’uso, proseguendo anche nell’esperienza longobarda. Chi ha studiato la questione nota anzi che è un uso che si ritrova perfino nella toponomastica — toponimi come Scurcola o Sgurgola lo testimoniano. Peraltro notiamo come plausibilmente la parola si sia evoluta in italiano con l’attrazione del parimenti guardingo verbo ‘ascoltare’.

La scolta quindi è retaggio germanico di esploratori, spie e posti di guardia, che rimane un termine storico, ma anche (mera nobiltà dei secoli) letterario.
Quando si parla delle scolte fuori dal grande palazzo, di come la scolta all’ingresso dell’area dormicchi, di chi farà da scolta ai dolcetti contro la minaccia continua di bambini e cani, stiamo collocando queste figure un po’ discoste dalla normalità. Diamo loro un’aura tradizionale, storica, e inattesa insieme, di ricercatezza accessibile ma sorprendente. Non stupisce che sia un termine usato anche nella nomenclatura dello scoutismo.

Per chiudere il dilemma iniziale, se poi la guardia, per garantire la nostra incolumità, ci accompagna fino alla nostra destinazione, ecco la scorta della scolta.

Parola pubblicata il 02 Settembre 2025